Concluso il viaggio, steso il resoconto, cosa rimane, cosa conviene tenere fermo e considerare all’interno della riflessione sull’architettura pedagogica?
1. FUORI DALL’AULA: L’APPRENDIMENTO È OVUNQUE Superamento dell’aula come luogo privilegiato per l’apprendimento e valorizzazione-ampliamento-arredo delle zone di transito, delle corti, degli spazi comuni come luoghi per svolgere una didattica di gruppo e laboratoriale. In questo senso si considera sempre di più spazio esterno, intorno all’edificio scolastico, come laboratorio all’aperto, parte della vita della comunità e quindi parte della vita della scuola e occasione di apprendimento.
2. ONE DAY ONE BUILDING: SCUOLE COME CASE DELLA CULTURA Le scuole, case dell’apprendimento, dovrebbero divenire centri multiculturali aperti a soggetti di tutte le età. Centri civici, sociali, culturali. La scuola come casa dell’apprendimento è il luogo dove soggiornare, dove perdere tempo, luogo accogliente dove ci sono attività e proposte per tutte le età. Genitori che vanno e trovano supporto per i loro piccoli mentre frequentano un corso, o mentre vanno a fare commissioni in città. Ambiente stimolante per bambini e ragazzi, luogo di incontri formali e informali, caffè culturale, luogo dove tornare per leggere o fare un corso serale….La scuola diventa quindi casa dell’apprendimento, ma anche centro sportivo, centro culturale, ufficio per gli adulti. Per questo si cercano arredi che siano tra il formale e l’informale per la movimentazione dello spazio aula, diverse soluzioni per le separazioni visive e acustiche negli ambienti di studio e lavoro, modalità per modificare a seconda del bisogno la grandezza delle aule, idee per l’attivazione delle aree esterne come ambienti di apprendimento, sino alle ipotesi di impiego didattico delle pareti e dei pavimenti.
3. BIDELLI: NUOVI EDUCATORI DI STRADA Se si immagina una nuova didattica dentro e fuori dall’aula, una scuola polifunzionale, centro civico con utenti diversi, bisogni diversi, modalità di frequentazione diversi, la figura del bidello/custode diventa molto importante. Oltre ad essere un tecnico preparato, che conosce bene i sofisticati sistemi elettronici che fanno funzionare l’edificio, deve essere una persona che condivide la filosofia che sottende una scelta pedagogico-didattica basata sull’apertura, sulla condivisione, e sulla plurifunzionalità degli spazi. Sono i custodi, infatti, coloro che sorvegliano e guidano, che offrono indicazioni e supporto, che curano l’ambiente e organizzano gli spazi. Da figure ausiliarie, si configurano oggi come i nuovi educatori di strada, i nuovi angeli custodi delle case della cultura e dell’apprendimento. Sono loro i nuovi esperti, che si mescolano all’utenza sempre più diversificata, conoscendone differenze e specificità, utili accompagnatori per le vie della cultura.