image 1Non pochi studi (Bertolini, 1999; Ferri, 2008; Arato e Geuna, 2009) fanno notare come il potenziale di attrazione dei media digitali (dalla televisione a Internet) sia un elemento fondamentale nei giovani per lo sviluppo delle competenze di alfabetizzazione. Le immagini, la grafica e i suoni stanno sostituendo o affiancando prepotentemente la lettura e la scrittura come mezzo di trasmissione di informazioni. Per queste ragioni l’intero sistema scolastico si sta interrogando sulle modalità più adeguate per accompagnare gli studenti a sviluppare nuove abilità di alfabetizzazione, che consistono innanzitutto in una buona capacità di analisi critica per destreggiarsi tra il flusso caotico delle informazioni, spesso fuorviante (Felini, 2004).

L´impiego delle nuove tecnologie nella didattica è ormai fondamentale per agevolare la riuscita scolastica degli alunni, per potenziarne l´apprendimento con tecniche e strategie innovative e per fornire adeguate competenze attraverso l´uso di strumenti tipici del loro tempo. La loro introduzione nella scuola non può che cambiarne il setting didattico e fisico-spaziale e comporta una nuova riflessione sul concetto e sulla missione della scuola. Per questo le domande guida dello studio sono state le seguenti: le tecnologie cambiano la didattica a scuola? Come la trasformano? Ci si sta muovendo verso nuovi modi di insegnare e apprendere? Qual è il ruolo dell’insegnante quando insegna con – attraverso – su le tecnologie digitali? Cambia l’organizzazione degli spazi? C’è bisogno di ambienti diversi da quelli attuali ora che sono così presenti le tecnologie?

Quando  le tecnologie entrano a scuola, l’insegnante si trova a dover assumere un nuovo ruolo: oltre a offrire un adeguato supporto tecnico, preoccupandosi del ‘corretto funzionamento del sistema’, ha la responsabilità di garantire un vero e proprio sostegno pedagogico e intellettuale per organizzare e sviluppare “gli argomenti che saranno oggetto di discussione o di attività”, “intervenendo sulle procedure e sull’organizzazione” ed offrendo un supporto sociale, allo scopo di mantenere “un clima di fiducia reciproca all’interno dei gruppi di discussione o collaborativi” (Rotta e Ranieri, 2005, p.89-90).

L’insegnante di oggi s’interroga molto sul suo ruolo educativo e su come si deve porre davanti “a un proliferare di new media che ibridano i vecchi caratterizzandosi per il crescente tasso d’interattività e per la prevalenza di interfacce che prediligono lo schermo e l’immagine”. Certamente si trasforma, riconsidera il suo ruolo, proprio a partire da una nuova definizione delle sue metodologie. Leggere il mercato digitale e giungere a una sua profonda comprensione, è un passaggio essenziale, che porta alla messa in discussione dei meccanismi utilizzati per insegnare (Ardizzone e Rivoltella, 2008, p.233).

È necessaria l’acquisizione di una media literacy, ovvero di abilità e competenze acquisite attraverso una didattica in cui alle discipline si affiancano i mass media (tv, stampa, radio, ecc.) i multimedia e Internet. Il docente esplora le potenzialità che si legano all’impiego del computer e di software didattici a sistema aperto, ovvero poco strutturati e pensati per sviluppare la creatività (in genere sono programmi per creare animazioni multimediali o per disegnare), cerca le occasioni per categorizzare, discutere e tematizzare i contenuti e il formato delle pagine web dedicate a specifici temi, propone un’analisi partecipata dei portali che piacciono ai bambini, delle applicazioni di giochi scaricate dall’Ipad, dei videogames giocati sulle consolle. Insegnare per il domani significa includere sempre di più i media in un processo dialogico-educativo in cui alla diade del processo di insegnamento-apprendimento si aggiunge in maniera prepotente il momento generativo dell’alunno, che con la sua competenza accoglie, struttura, elabora, inventa e crea cultura.